Picked by Nina è il primo progetto all’interno del percorso intrapreso da Nilufar Gallery in collaborazione con simple flair, per trasmettere nel digitale i valori, l’heritage e la expertise della galleria.
Per raccontare Picked by Nina si potrebbe partire dalle opere e dai nomi dei designer coinvolti - sono tra quelli che nel settore hanno un eco consistente - ma iniziare dai valori è la strada più corretta perché Picked by Nina arriva in un momento storico ben preciso e riesce a raccontare un obiettivo della galleria alto e di grande ispirazione: rendere accessibile il collectible design.
Picked by Nina vuole essere quindi uno statement, una dichiarazione d’intenti forte e chiara per fare cultura del progetto attraverso un contenuto concreto e avvicinare più persone possibili al design, quello di solito riservato ad una nicchia di settore.
Confrontarsi con Nina Yashar significa entrare in contatto con un mondo fatto di ideali, valori, visione: “Il mio pubblico ha sempre identificato Nilufar con un valore di esclusività, per alcuni sinonimo di inaccessibilità. Sicuramente l’unicità dei progetti che da sempre tratto non viene meno, ma desidero dimostrare che molte volte “unico” non significa ‘irraggiungibile’ / non coincide con ‘inarrivabile’.”
Quali opere sono state scelte dalla gallerista per riuscire a coinvolgere anche un pubblico più giovane di appassionati al design? I nomi sono altisonanti, sono italiani con una risonanza internazionale, rispondono a Gaetano Pesce e Andrea Branzi e le opere sono state realizzate in esclusiva per Nilufar, prodotti in serie numerata.
Picked by Nina inaugura con questi due nomi per capire quanto qualità, cultura del progetto e accessibilità possono parlare una lingua comune: il vaso “da viaggio” in silicone di Gaetano Pesce, eseguito nel 2003 in 200 esemplari numerati in esclusiva per Nilufar, e una serie limitata di acqueforti/acquetinte originali di Andrea Branzi con firma dell'artista, “ARCHITETTURA POVERA”, presentate sempre in esclusiva dalla galleria nel 2011 a Palazzo Durini, Milano.
In entrambi i casi ci sono delle storie da raccontare, connessioni umane e professionali tra Nina Yashar e i designer, tra la ricerca fatta per la galleria e le continue esplorazioni del progetto ad opera di Pesce e Branzi.
Come racconta Nina Yashar:
“Ho scelto di inaugurare Picked by Nina con questi due lavori: le acqueforti di Branzi le ho scelte, selezionandone 50 esemplari rappresentanti recinti agricoli e ovili, perché mi sono ritrovata a desiderare, come dice lui, di ritornare un po’ a quelle soglie elementari che troppo spesso nel mondo di oggi abbiamo perso. Sono per me un invito a ritrovare i ‘propri spazi’, fatti di quelle qualità semplici che talvolta sono tanto desiderate quanto difficili da raggiungere.
La serie di Gaetano invece, perché rappresenta perfettamente il messaggio che desidero trasmettere al mio pubblico: in un momento storico in cui siamo limitati e non possiamo più viaggiare liberamente, il tema del viaggio diventa ancor più importante e nell’immaginario di tutti si identifica con il sogno, l’evasione e il desiderio. Questo vaso, pensato apposta per poter essere piegato e messo in valigia, diventa un oggetto talismanico che ciascuno può portare con sé per ricreare ovunque vada un’atmosfera domestica anche in un luogo estraneo. Diviene quindi un elemento di ispirazione, di memoria e di affezione. Inoltre, il valore e l’esclusività di questo oggetto non dipendono dal suo materiale o dall’unicità in sé e per sé del progetto, che lui già realizzava per Fish Design, ma per me ha voluto creare un esemplare unico, “da viaggio” in una gamma di colori dal giallo, all’ocra, all’arancio rosato, con tre fori vicino al bordo superiore, in cui si agganciano tre gambe in resina colorata. Ogni vaso è quindi unico e mai perfettamente ripetibile, e riporta il numero di serie stampato, rendendo l’oggetto ancora più esclusivo.”
Ci sentiamo particolarmente parte di questo progetto non solo per il ruolo di simple flair all’interno del percorso di apertura al digitale intrapreso da Nilufar Gallery ma per i valori che ne sono i pilastri fondanti: raccontare la qualità, farlo attraverso linguaggi e strumenti contemporanei, con progetti che rendano accessibili i valori e finalmente anche dei pezzi di design di questo calibro.
Non c'è bisogno di aggiungere altro, sembra superfluo, ma è fonte di grande ispirazione sapere che il design con questa qualità può finalmente arrivare tra le mani di tanti appassionati di design, almeno fino a quando il numero limitato di pezzi di queste collezioni non saranno terminati.
credits: Michele Foti