E’ quasi tempo di bilanci di fine anno e lo facciamo delineando lo stato attuale delle cose nella design industry, con dei dati concreti da usare per ipotizzare l’evoluzione delle cose.
Un documento fatto di parole ma soprattutto numeri e grafici, ottenuto grazie all’interazione con la community del design durante tutto il mese di settembre, con un questionario aperto in occasione dell’ultima design week e proseguito in digitale per un mese.
Un progetto che nasce dalla volontà di coinvolgere attivamente la community e di restituire al settore del design, ai creativi, alle aziende, ai progettisti dei dati concreti per prendere decisioni, generare un pensiero, creare prodotti ed esperienze significativi per un settore e per il consumatore.
Il risultato arriva con un documento da scaricare e tenere sempre pronto quando tra qualche settimana si inizieranno a delineare i resoconti di fine anno e a fare ipotesi sul nuovo.
Noi la risposta l’abbiamo trovata chiara e netta attraverso i risultati del sondaggio, la community del design si è espressa, i numeri sono oggettivi e far finta di non sapere non è un’ opzione.
Iniziamo a tirare le somme di questo 2021, un periodo intenso per il design con molti cambiamenti e spesso anche veloci: questi dati ci aiutano a capire a che punto siamo, se ci sono delle lacune da colmare o se tutto va nel verso giusto.
I dati raccolti sono il frutto del progetto che simple flair ha sviluppato con Lapalma e riviera: PRESENT CONTINUOUS fotografa un momento storico e ne diventa metafora per fare sistema in modo collaborativo, attuale e propositivo.
L’obiettivo condiviso da simple flair, riviera e lapalma è quello di innescare un dibattito sulla design industry per delineare il punto di vista della community sullo stato delle cose e sul futuro del mondo del progetto.
Per tutto il mese di settembre 2021 la community di simple flair, riviera e lapalma è stata invitata ad esprimersi sulla design industry e i dati raccolti vengono oggi raccontati attraverso un report: parlano i numeri e non lasciano spazio alle interpretazioni.
Cosa raccontano i dati raccolti? Per approfondire basta fare il download del pdf con tutte le domande e percentuale per percentuale ma a voler leggere tutto d’ un fiato i risultati e avere una visione d’insieme:
la community che orbita intorno al design percepisce il settore come in evoluzione ma ancora troppo lento,con dinamiche ancora troppo esclusive e poco inclusive;
si sente l’esigenza di essere coinvolti in questo processo di cambiamento, magari con più momenti di aggregazione oltre alla design week;
le collaborazioni vengono lette come un segnale di apertura e fortemente positive, sia quando sono i brand che le promuovono sia quando sono tra professionisti.
E per il digitale? Si chiede una design industry più digitale - anche perché la maggioranza ha dichiarato di comprare online sia oggetti che arredi e di seguire i consigli trovati sul web prima di concludere l’acquisto. Non c’è più spazio per lo scetticismo e per chi crede che il design non passi dall’online.
Chi ha avuto la meglio tra brand storici ed emergenti? Gli emergenti e questo risultato è una conseguenza delle risposte precedenti, perché i nuovi brand collaborano, usano il digitale, condividono valori e messaggi chiari, amplificati attraverso ogni strumento.
Per chiudere arriva una conferma: vincono i rapporti di lavoro più informali,semplici, empatici.