Arriva prima o poi nella vita di un designer, un creativo, uno scrittore, un fotografo che nutre di idee il proprio lavoro di non sentire l’istinto di scrivere o disegnare, lasciando una pagina bianca. E’ un cliché. E’ una condizione comune, sopravvalutata e sottovalutata.
Qual è la soluzione ad una condizione di stallo? Provare a sovvertire le regole, cambiare gli schemi, alzarsi e fare e andare: sfogliare riviste, guardare un film, ascoltare la musica durante una passeggiata o cercare uno stimolo al di fuori degli schemi prestabiliti, in settori limitrofi ma non coincidenti con il proprio.
Allora può capitare di leggere un articolo sulla contemporaneità, di entrare in una galleria d’arte o sbirciare una collezione fatta di abiti, tessuti, forme e colori.
Arriva così, alla ricerca di suggestioni diverse, un nuovo racconto di come l’architettura, il design e la moda possono avere in comune alcune parole del loro vocabolario, fino a riuscire a comunicare.
Chiho Cheon, Criteria 20191021 | Hyke Collection SS 2020
Flag Halyard chair by Hans J. Wenger | Loewe SS 2020
Kosa by Ian Felton | Max Mara SS 2020
Interior Palais Bulles by Pierre Cardin | Bottega Veneta SS 2020
Pierre Jeanneret Chandigarh teak | Jil Sander SS 2020
Osaka Sofa by Pierre Pauli | Givenchy SS 2020
credits: Vogue, pinterest, Sean Davidson, Parkyoon.studio.