Entriamo idealmente nel mondo di MANIERA, la galleria aperta nel 2014 a Brussels che in pochi anni si è ritagliata una posizione all’interno del panorama internazionale del design commissionando progetti, arredi e oggetti ad architetti, designer ed artisti.
Wooden Light, detail.
Oggi e fino al 23 novembre al suo interno si trova in mostra il lavoro di Jonathan Muecke, designer americano che nell’ultimo decennio ha autoprodotto dei pezzi e lavorato con industrie artigianali, e il risultato è Open Objects, una mostra che non riesce a essere contenuta all’interno delle categorizzazioni standard generalmente usate per distinguere il design dall’arte e dall’architettura.
Il lavoro di Muecke esposto da MANIERA è caratterizzato da quell’apparente semplicità che tanto mi piace: una semplicità voluta, raggiunta non per caso, fatta di scelte precise che hanno scartato un universo di possibilità per raggiungere quell’obiettivo preciso e determinato da un processo teorico e sperimentale.
In mostra ci sono sei pezzi: una lampada da terra, un tavolo da pranzo, una libreria, un armadio in tessuto e due sedie.
I materiali scelti variano dal tessuto al metallo, fino al legno, e spesso vengono lasciati nella loro finitura naturale: quando Muecke usa la vernice la sceglie a base minerale per conferire al risultato finale una matericità propria. Proprio il numero limitato di materiali impiegati per i diversi oggetti conferisce alla collezione una coerenza visiva.
La costruzione di ogni oggetto enfatizza il tutto piuttosto che le parti, riducendoli alla loro versione più minimale e trasportandoli verso la scala dell’architettura.
Il confine tra design, arte e architettura attraverso il lavoro di Muecke diventa sfocato: da oggetti funzionali a spaziali, oltre le più consuete categorie dell’arredo.
MANIERA, Jonathan Muecke, Jeroen Verrecht.