Mathery Studio è il risultato della collaborazione tra ErikaZorzi e MatteoSangalli, duo creativo con solidi radici italiane ed esperienze internazionali importanti. Grande capacità di adattarsi in contesti eterogenei, dal design all’art direction hanno collezionato collaborazioni sempre fedeli al loro approccio poco convenzionale, espresso attraverso un’estetica forte ed altamente riconoscibile. Erika e Matteo attraverso ogni lavoro raccontano una storia diversa, fatta di bellezza, emozioni e saper fare artigiano.
• “Multidisciplinarità” è la vostra parola d’ordine. In che direzione si sta evolvendo la vostra produzione?
“La natura multidisciplinare del nostro lavoro è stata una decisione dettata oltre che dalle nostre passioni anche dalle opportunità, dal luogo in cui ci trovavamo e dagli strumenti a disposizione.
Ad oggi stiamo lavorando sempre di più nell’ambito della fotografia still-life, nell’art direction in progetti video in cui possiamo sfruttare anche il nostro background di product designers nell’ambito scenografico e nella produzione ,e quando si può in progetti per bambini, l’Asia è il nostro cliente numero 1! In alternativa a specializzarci in un unica disciplina stiamo lavorando ad affinare la nostra metodologia progettuale applicabile dunque a diversi progetti.”
• I progetti di Mathery Studio hanno un’estetica minimale, ma fortemente d’impatto. Quali sono stati i progetti, le esperienze, o anche le persone che vi hanno maggiormente influenzato?
“Sicuramente gli ultimi tre anni della nostra vita che abbiamo passato tra l’Australia, l’Asia e l’Italia sono stati un mix incredibile di esperienze, spunti e conoscenze che hanno formato ed influenzato noi stessi e la nostra progettazione.
In Australia è stato incredibile scoprire la giovane comunità creativa di Melbourne in costante fermento, la maggioranza dei ragazzi della nostra età freschi di università preferivano al tradizionale stage in studi di design, un’ esperienza più “rischiosa” diventando gli imprenditori di se stessi, inoltre la possibilità di gestire un progetto in larga scala alla National Gallery di Melbourne è stata sicuramente una tappa fondamentale per la nostra crescita professionale.
Al ritorno in Italia dopo due anni di vita sull’isola il nostro lavoro è stato influenzato dagli strumenti e dagli spazi a nostra disposizione e ci siamo concentrati molto sulla costruzione di set per progetti fotografici e video. La Cina invece, sebbene la nostra permanenza sia sempre stata molto breve, ci ha insegnato a come gestire progetti complessi nonostante i km di distanza, culture e lingue diverse e ha arricchito moltissimo la nostra progettazione a livello visivo.”
• Il vostro ultimo progetto di capi ‘infiniti’ ha una carica creativa invidiabile. Ci raccontante com’è nato?
“Ogni anno ci dedichiamo ad uno o due progetti personali, su cui abbiamo il controllo totale e che ci permettono di esprimerci e sperimentare al 100% senza vincoli (a parte quello economico ahimè!:) così lo scorso anno, in un caldo pomeriggio di agosto è nato Together, il nostro primo progetto fashion che nasce con un’unica regola:
i capi e accessori della collezione avrebbero espresso il concetto di “unione” anche a discapito della stessa funzionalità.
Abbiamo deciso che era un ottimo pretesto per entrare in contatto con delle realtà fashion che ammiravamo da tempo come i ragazzi di 69US di Los Angeles, FFIXXED di Hong Kong, MARIOS di Milano e molti altri. Il nostro lavoro iniziò quindi con degli schizzi su carta molto molto basic che sono stati affidati ai brand che hanno egregiamente prodotto questi oggetti unici. E cosi hanno preso vita scarpe con la punta che finisce nell’altra, pantaloni a ciambella, guanti con dita comunicanti…Il processo è stato molto lungo ma ha finalmente dato i suoi frutti e nelle prossime settimane lanceremo il progetto attraverso un lavoro fotografico “Unico” .”
• A Giugno vi trasferirete a New York. È stata una scelta imposta dalla vostra carriera? Raccontateci i vostri programmi.
“Parlando di persone, esperienze e progetti che ci influenzano… rieccoci in partenza con un visto artistico in tasca per la grande mela! In realtà i programmi sono pochi, la sopravvivenza prima di tutto!”
credits: mathery.it + photo cover Mattia Guolo