LIL Milan è un giovane brand che sta facendo molto parlare di sé. Unendo a un design progettuale minimale l’utilizzo di materiali di qualità, LIL ha infatti introdotto una nuova interpretazione del concetto di gioielli, trasformandoli in una parte integrante del corpo di chi li porta.
E, dietro a questa sperimentazione creativa, c’è la giovane Veronica Varetta che abbiamo voluto intervistare per saperne di più.
«Spontaneità e naturalezza sono le due parole che userei per descrivere al meglio la nascita di LIL. Tre anni fa ero diretta per la prima volta da un orafo in una piccola via nel centro di Milano per creare due anelli che desideravo moltissimo ma che non trovavo sul mercato. Da quei modelli (3D e Chain) ho deciso di mettermi in gioco con LIL. Fin da piccola ho sempre amato il lavoro manuale e creativo. Penso a LIL come a un progetto molto speciale che mi ha salvato dalla noia teorica universitaria dandomi qualcosa di concreto su cui investire e concentrare tutte le mie energie».
«Trovo che casual chic sia la definizione più calzante dello stile di LIL. Desidero creare dei gioielli che possano diventare parte del proprio corpo, quasi come dei tatuaggi indelebili. Per questo per la prima capsule collection ho scelto linee sottili e oro 9 carati come metallo predominante: è essenziale utilizzare un metallo prezioso per far diventare ogni oggetto senza tempo; tutto deve mantenersi in maniera perfetta, vivendo sulla pelle tutti i giorni».
«Mi piace pensare alle diverse Capsule di LIL come a diversi momenti di vita. Vivendo tra Milano e New York, mi sento molto influenzata dalla bellezza dei palazzi unici che caratterizzano entrambe le realtà».
«L’interior design è sicuramente un’altra grande fonte di inspirazione – mi soffermo spesso ad osservare i piccoli dettagli come una piastrella rotta con stucco dorato».
«Ho in programma uno studio più approfondito dell’accostamento di materiali preziosi con quelli più poveri. Pochissime settimane fa abbiamo lanciato la nuova capsule, che vede l’introduzione di zirconi colorati e si ispira al mondo delle stelle».
credits: Stella Bortoli, Carolina Molossi