INTERVIEW: Pijama
04/2015
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INTERVIEW: Pijama
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Conosciamo Sergio e Monica ormai da tempo e da sempre avremmo voluto pubblicare una loro intervista, il loro lavoro è ormai famoso e riconosciuto in tutto il mondo. I “pijami” sono diventati un must-have e ci siamo fatti raccontare aneddoti e inizi, tutto nel loro spirito: allegro e sereno ma ricco di energia e qualità.

1- Non c’e’ bisogno di presentazione, il vostro brand è conosciuto in Italia e all’estero. Sappiamo che l’idea è nata dall’esigenza di una custodia per il vostro mac per un viaggio: pensata e realizzata è piaciuta a tutti. Un vestito (un pigiama) per il computer che dormiva. Dopo il primo pezzo avevate già idea di quello che sarebbe diventato? Raccontateci lo spirito che vi accompagnava all’inizio.

Lo spirito era quello di inventarsi qualcosa che non esisteva prima e di realizzarlo in modo indipendente. Non sapevamo assolutamente quello che ci sarebbe capitato e che cosa avremmo dovuto fare. All’epoca i porta computer quasi non esistevano come categoria di prodotto, o comunque erano tutti abbastanza anonimi. Neanche gli iphone e gli ipad esistevano ancora.  Ci perdevamo nei magazzini di tessuti in Via San Gregorio a Milano, ora del tutto scomparsi; molti di essi sono diventate le classiche location da salone del mobile, avreste dovuto vederle totalmente ricolme di rotoli e di pezze di tessuto. Siamo partiti da questi tessuti provando ad accoppiarli al neoprene per dargli una nuova funzionalità e quindi una nuova vita. Era un mondo totalmente nuovo per noi, pur essendo paradossalmente vecchio e decadente.

2- Anni di lavoro, tante collaborazioni, più di 30mila pezzi venduti l’anno in tutto il mondo. C’è stata una collaborazione, una situazione, un momento in cui avete capito la forza di Pijama?

Mi ricordo due momenti in particolare, la prima collaborazione con la Red Bull Music Academy, in occasione del lancio della loro web radio abbiamo stampato l’illustrazione di un ghetto blaster sul porta computer, non ci sembrava vero di spedire più di mille pijami in tutto il mondo. Quando hai tagliato i primi a mano mille ti sembrano tantissimi.

Mi ricordo ancora che al momento di scrivere tutti gli indirizzi sulle scatole tra Singapore, Sud Africa, Kazakistan, Messico e USA a un certo punto c’era anche via Melchiorre Gioia a Milano, che è a 200 metri dal nostro studio.

Poi l’uscita su Monocle, siamo stati pubblicati al primo posto nella rubrica inventory con un’intera pagina dedicata; nei giorni successivi arrivavano fiumi di email di richiesta per acquistare i pijami, non avevamo ancora uno shop online.

3_ Un’immagine coordinata forte, dal nome ai tessuti scelti, tutto è assolutamente in stile Pijama. E’ stato difficile rimanere fedeli alla natura del brand durante le collaborazioni con altre realtà?

Fortunatamente tutte le realtà con le quali abbiamo collaborato si sono rivolte a noi perchè amavano le caratteristiche del nostro prodotto e del nostro brand, e quindi non c’era l’interesse da parte di nessuno di snaturare la nostra immagine e sostanza. Poi è nella natura stessa di Pijama avere delle forme semplici e “un’anima” di neoprene che viene ogni volta vestita in modo diverso con grande versatilità.

4_ Forse non tutti sanno che dietro il brand Pijama ci sono un architetto e una designer, quanto la vostra formazione da “creativi” ha influito in questo lavoro?

La nostra formazione come progettisti è stata fondamentale per tutto ciò che è prodotto e comunicazione, tutto il resto è arrivato dalle esperienze sul campo. Gli strumenti base di partenza sono stati un’idea, una forbice, una macchina da cucire, programmi di grafica elementari (il logo è stato disegnato ad autocad…) poi excel se li è mangiati tutti come pacman.

5_ Al pijama per il mac si sono aggiunti in ogni collezione prodotti nuovi, fino ad includere zaini, slippers ed incursioni nel mondo della casa. Non possiamo che chiedervi: quali sono i progetti in cantiere, vicini e lontani? cosa ci dobbiamo aspettare dai prossimi pijami?

Stiamo indirizzando la nostra ricerca su nuove borse e zaini, la diversa combinazione di elementi semplici, tipologie e volumi sembra dare infinite possibilità. Poi continua la nostra sperimentazione con i tessuti, vorremmo riuscire a utilizzare materiali più tecnici.

Virtualmente tutto quello che riusciamo a “pijamare” ci interessa, utilizzeremmo il neoprene per qualsiasi cosa ma cerchiamo di limitarci in base agli sviluppi commerciali che riusciamo a sostenere.

Abbiamo inoltre diverse nuove collaborazioni in uscita, tra queste la “polenta collection“, giusto per allinearci al tema dell’expo milanese, poi una linea di accessori per bimbi di tutte le età, dal fasciatoio portatile al micro zainetto, ed inoltre dei panni antistatici per i dj più stilosi o per i semplici amanti del vinile, realizzati con i nostri tessuti.

photo credits: Mathery Studio

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