La Design Week cambia Milano e Milano cambia la Design Week, come ogni anno la città freme prima, durante e dopo. Gli argomenti di cui tutti parlano però rimangano sempre gli stessi.
Degli allestimenti. E’ una gara che in genere si svolge tra colossi, tra i brand e spesso al Salone più che al Fuorisalone, perché catturare l’attenzione tra tutte le nuove proposte passa anche da qui.
Della miglior collezione. Ognuno sceglierà la propria, c’è chi corre più rischi e sceglie quella prodotta da un brand di nicchia quasi sconosciuto e chi si affida ai grandi nomi per non sbagliare. La domanda “Cosa ti è piaciuto di più?” è sempre dietro l’angolo, meglio farsi trovare preparati.
Dei designer emergenti. Nomi mai sentiti o studiati con largo anticipo ma riuscire ad individuare chi, in poco tempo, sarà la nuova star del design è un goal che vale più di ogni altro.
Delle nuove tendenze. Ogni anno si finisce per notare che ci sono dei temi ricorrenti, dei trend, che al di là di ogni considerazione critica permettono alle collezioni di essere vendute.
Delle archistar. I nomi che contano alla design week riescono sempre a ritagliarsi uno spazio, a disegnare collezioni che, comunque vada, attireranno l’attenzione, anche solo per la firma.
Dell’evento meglio riuscito. Eccoci, tra centinaia di eventi in pochi giorni ce ne saranno alcuni che faranno raccontare storie di allestimenti, show, cocktail bar e catering da leggenda. Bisogna solo sperare di essere presenti a quelli giusti.
Di Milano come solo alla design week. E’ inutile negarlo, questo è l’occasione migliore per vedere quello che Milano può diventare quando apre le porte alle idee, alle contaminazioni e, nonostante il colore delle nuvole, per chi arriva sarà difficile ripartire con l’immagine di una città grigia nella testa.
Credit: Design Language